Biblia miniata latina, sec. XIII – XIV di Pietro Cavallini
Le Biblioteche Riunite “Civica e A. Ursino Recupero “hanno origine dalla Librerie dei Padri benedettini, delle Congregazioni religiose catanesi soppresse, la Biblioteca - Museo Mario Rapisardi, la Biblioteca del Barone Antonio Ursino-Recupero ereditata alla sua morte, e da tutte le altre numerose collezione o singole opere che nel tempo hanno e continuano a pervenire per dono o per acquisto.
A partire dal secolo scorso la Biblioteca raccoglie anche materiale di interesse locale e siciliano.
Sono patrimonio della Biblioteca, inoltre, codici miniati, manoscritti, pergamene, corali, erbari secchi, incunaboli, cinquecentine, libri rari e di pregio antichi e moderni, fogli volanti, giornali e periodici, disegni e tant’altro.
In atto la Biblioteca ha un patrimonio librario di oltre 290.000 volumi.
Officium Beatae Mariae Virginis, sec. XV
Riqualificazione e riassetto Funzionale
La Biblioteche Riunite “Civica e A. Ursino Recupero” nel tempo hanno dato massima attenzione e priorità al restauro del manufatto, alla riqualificazione e al riassetto funzionale delle strutture con l’istallazione di apparecchiature informatiche e tecnologiche per assicurare un servizio sempre più efficiente agli studiosi e ai numerosi visitatori;
hanno stipulato Accordi di collaborazione con diverse prestigiose Istituzioni e Protocolli d’Intesa per tirocini e stage di formazione e orientamento con le maggiori università italiane;
hanno realizzato diversi documentarie e servizi televisivi con emittenti locali, nazionali e internazionali; sono location per film e sceneggiati televisivi; ospitano e promuovono mostre, spettacoli teatrali ed eventi culturale di vario genere.
Digilitazzione
Inoltre sul sito Diffondo 3.0 gli studiosi possono consultare e scaricare gratuitamente il materiale librario già digitalizzato
Origini
Le Biblioteche Riunite "Civica e A. Ursino Recupero "hanno origine dalla Librerie dei Padri benedettini, delle Congregazioni religiose catanesi soppresse, la Biblioteca - Museo Mario Rapisardi, la Biblioteca del Barone Antonio Ursino-Recupero ereditata alla sua morte, e da tutte le altre numerose collezione o singole opere che nel tempo hanno e continuano a pervenire per dono o per acquisto.
A partire dal secolo scorso la Biblioteca raccoglie anche materiale di interesse locale e siciliano.
Sono patrimonio della Biblioteca, inoltre, codici miniati, manoscritti, pergamene, corali, erbari secchi, incunaboli, cinquecentine, libri rari e di pregio antichi e moderni, fogli volanti, giornali e periodici, disegni e tant'altro. In atto la Biblioteca ha un patrimonio librario di oltre 290.000 volumi.
Biblia miniata latina, sec. XIII - XIV
di Pietro Cavallini
La Biblioteche Riunite "Civica e A. Ursino Recupero" nel tempo hanno dato massima attenzione e priorità al restauro del manufatto, alla riqualificazione e al riassetto funzionale delle strutture con l'istallazione di apparecchiature informatiche e tecnologiche per assicurare un servizio sempre più efficiente agli studiosi e ai numerosi visitatori; hanno stipulato Accordi di collaborazione con diverse prestigiose Istituzioni e Protocolli d'Intesa per tirocini e stage di formazione e orientamento con le maggiori università italiane; hanno realizzato diversi documentarie e servizi televisivi con emittenti locali, nazionali e internazionali; sono location per film e sceneggiati televisivi; ospitano e promuovono mostre, spettacoli teatrali ed eventi culturale di vario genere. Inoltre sul sito Diffondo 3.0 gli studiosi possono consultare e scaricare gratuitamente il materiale librario già digitalizzato. Officium Beatae Mariae Virginis, sec. XV
Le Biblioteche Riunite "Civica e A. Ursino-Recupero", già Biblioteca Comunale Benedettina, poi Biblioteca Civica, costituite in Ente Morale con R.D. 11 Maggio 1931, n. 765, abrogato e sostituito con il nuovo Statuto con Decreto del Presidente della repubblica 22 Maggio 1969, n. 594, ubicate nell'ala Nord del Monastero benedettino di San Nicolò l'Arena, occupano gli originali locali della Libreria benedettina, dell'ex Museo benedettino (cinque sale in successione), della Sala Guttadauro, del Refettorio piccolo o di "grasso", del Corridoio dell'Elefante, dell'ex Stanza del Cellerario oggi Biblioteca - Museo Mario Rapisardi e due depositi, ai numeri civici 5 e 13bis di Via Biblioteca per complessivi mq 1708 al netto della muratura.
Poiché queste Biblioteche Riunite "Civica e A. Ursino Recupero" sono ubicate presso un edificio incluso tra i complessi monumentali della Città, dal 2002, sono Patrimonio dell'Umanità UNESCO.
Oltre agli spazi destinati alla lettura, la Biblioteca offre una gamma di servizi come presentazioni di novità editoriali, convegni, congressi, seminari, conferenze, mostre, visite guidate per singoli, gruppi e scuole di ogni ordine e grado, compatibilmente con la funzione istituzionale dell'Ente. Tutti gli spazi contengono libri e sono fruibili al pubblico.
Consiglio di Amministrazione
Le Biblioteche Riunite "Civica e A. Ursino Recupero" sono rappresentate e amministrate da un Consiglio di Amministrazione composto dal Sindaco di Catania o da un suo delegato, Presidente, dal Rettore dell'Università di Catania o da un suo delegato, Vice Presidente, dal Segretario Generala del Comune di Catania o da un suo delegato, Componente, dal Sovrintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Catania, Componente, da un quinto membro che rappresenti la famiglia Ursino Recupero, Componente (Art. 6 dello Statuto) e dal Direttore della Biblioteca Segretario del Consiglio (Art. 8 dello Statuto).
Il Comune ha l'obbligo di mantenere le Biblioteche Riunite "Civica e A. Ursino Recupero" con un contributo annuale "stanziato fra le spese obbligatorie del bilancio comunale...". (Art.5 dello Statuto) e "... Alle spese del personale e a quello di manutenzione sarà provveduto con il fondo annuo assegnato dal Comune..." (Art. 10 dello Statuto).
In questi ultimi anni tale somma iscritta in un capitolo di spesa obbligatoria destinato alle Biblioteche Riunite "civica e A. Ursino Recupero", inserita nel bilancio preventivo del Comune e approvata, è stata erogata con saltuari contributi.
Monastero benedettino di San Nicolò l'Arena di Catania
Il Monastero benedettino di San Nicolò l'Arena di Catania, pur incompleto nella parte settentrionale, per la sua ricchezza, per la sontuosità dei luoghi e per le nobili origini dei monaci, ha svolto un ruolo primario nella storia e nella vita cittadina, soprattutto nel 700. Nel 1558 i monaci benedettini iniziano la costruzione del Monastero di San Nicolò L'Arena dentro la cinta delle mura di Catania per trovare una sistemazione più comoda e sicura rispetto alle sedi di Nicolosi, Monte S. Leo, S. Maria di Licodia, tutte nel territorio etneo.
La colata lavica del 1669 ha investito il monastero cinquecentesco da nord-ovest distruggendone i giardini, un braccio della colata, verso levante, ha squarciato la chiesa facendone crollare il tetto.
Mentre si procede alla costruzione della nuova chiesa su disegno dell' architetto G. B. Contini, il terremoto del 1693 stravolge il territorio della Val di Noto e distrugge quasi totalmente il monastero.
La ricostruzione avviata nel 1702 impegnerà i monaci, quasi ininterrottamente, fino alla confisca del monastero, avvenuta nel 1866. Durante tale periodo i maggiori architetti operanti a Catania si prestano a realizzare il nuovo monastero, un grandioso complesso con una superficie di ben 10 ettari..
Dopo l'unità d'Italia il Monastero viene incamerato dallo Stato e ceduto al Comune. Dei 4.000 complessi monastici confiscati, escluse le province romane, solamente diciannove vengono riconosciuti monumenti. Tuttavia l'onore di essere incluso in tale esiguo elenco non risparmierà il Monastero di San Nicolò l'Arena dal dover accogliere scuole di vario ordine e grado, caserme, abitazioni private, palestre, uffici e depositi vari; si costruisce l'ospedale Vittorio Emanuele, le aree a nord vengono tagliate e lottizzate per ospitare strade (via Osservatorio e via Biblioteca), piazze (G.B.Vaccarini e A.Riccò), e ancora nuove costruzioni che porteranno rapidamente allo stravolgimento dell'assetto originario del manufatto. Negli anni 70, un processo inarrestabile di degrado ha portato la classe politica catanese ad assumere la decisione di donare all' Università degli Studi quel che restava del glorioso monastero benedettino. Grazie a questa decisione oggi il Monastero, restaurato, è sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche della nostra Università e con l'attivazione delle visite guidate, gestite da Officine Culturali, è tornato a vivere con grande gioia dei benedettini. La monumentale Chiesa di San Nicolò l'Arena assieme alle Biblioteche Riunite "Civica e A. Ursino Recupero" sono di proprietà del Comune di Catania.